Gita sociale 2024 – Aquileia – 5/10/24

Gita sociale 2024 ad Aquileia – 5 ottobre 2024

La nostra tradizionale Gita Sociale autunnale ci ha portato quest’anno ad Aquileia, una perla storica che tutti i triestini conoscono molto bene ma che, in questo caso, è stata impreziosita dal fatto che l’organizzazione dell’evento è stata gestita dal nostro Socio e Amico Sergio Lorenzutti, Guida Ufficiale del Friuli Venezia Giulia, che ci ha accompagnato a scoprire le bellezze del sito, dividendo l’onere delle spiegazioni con un altro nostro Socio, Gilberto Civardi, che si fregia dello stesso titolo.
Situata a circa 40 chilometri a sud di Udine, Aquileia è stata inserita nel 1998 nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per l’importanza della sua area archeologica e per la bellezza dei mosaici pavimentali che ospita.
Tra tutti, il più grande e conosciuto è quello della basilica di S. Maria Assunta, risalente al IV° secolo, ma a questo si aggiungono altri preziosi resti musivi di età romana e paleocristiana, che fanno di Aquileia una sorta di capitale del mosaico romano d’occidente.
Oltre al complesso basilicale, destano l’interesse del visitatore anche il foro, il Museo Paleocristiano e il Museo Archeologico Nazionale.
La Basilica, dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato, ha una storia architettonica le cui radici affondano negli anni immediatamente successivi al 313 d.c. quando, grazie all’Editto di Milano che poneva termine alle persecuzioni religiose, la comunità cristiana ebbe la possibilità di edificare liberamente il primo edificio di culto. Nei secoli successivi, dopo la distruzione di questa prima chiesa, gli aquileiesi la ricostruirono per ben quattro volte, sovrapponendo le nuove costruzioni ai resti delle precedenti. L’attuale Basilica si presenta, nel complesso, in forme romanico-gotiche. L’interno, maestoso e solenne, è permeato di un’intensa spiritualità, affinatasi nel corso dei secoli. Il pavimento è costituito da un meraviglioso mosaico policromo del secolo IV, portato alla luce negli anni 1909-12, che risulta essere il più esteso mosaico paleo-cristiano del mondo occidentale mentre l’elegante soffitto ligneo, a carena di nave, risale al secolo XV. Tra il pavimento ed il soffitto, quindi, sono racchiusi oltre mille anni di vicende storico-artistiche.
Il foro romano era l’antica piazza principale del centro cittadino a partire dal I° secolo a.c., in epoca repubblicana, con successivi ampliamenti di epoca imperiale e si estendeva per circa 115 metri in lunghezza e 57 in larghezza, affiancato sui lati lunghi da due ali di portico-colonnato sovrastato da una lunga balaustra marmorea ornata di statue. La piazza si trovava esattamente all’incrocio fra il decumano ed il cardo.
Il Museo paleocristiano è molto suggestivo e ha delle caratteristiche del tutto peculiari. In esso i concetti di “museo” e di “area archeologica” convivono in perfetta simbiosi: l’edificio attuale, infatti, corrisponde all’ultima di una serie di ristrutturazioni condotte nel corso di 15 secoli sul sito di una delle Basiliche paleocristiane di Aquileia. Il complesso, sorto all’esterno della cinta muraria antica, divenne nel corso dei secoli un monastero dell’ordine benedettino, per poi subire nuove modifiche e cambiare definitivamente destinazione.
Il Museo Archeologico Nazionale è uno dei maggiori musei al mondo della civiltà romana. La sede espositiva si trova presso la villa Cassis Faraone e comprende importanti collezioni, statue, suppellettili domestiche e ornamentali, gemme, ambre e monete. Di grande rilevanza è anche la galleria lapidaria e la notevole quantità e qualità di mosaici pavimentali. Il primo nucleo della collezione museale fu la raccolta settecentesca di reperti del canonico Gian Domenico Bertoli mentre nel 1807 fu allestito un primo museo pubblico nel battistero antistante la Basilica. Nel 1882 venne inaugurato, dalle autorità austriache, l’Imperial Regio Museo dello Stato all’interno della villa Cassis Faraone e attorno al giardino furono costruiti nel 1898 i porticati che accolsero i numerosi reperti lapidei. Il museo è stato riordinato nel 1954-55 nella forma in cui si trova attualmente.
La visita a tutte queste meraviglie ci ha impegnato per l’intera giornata, intervallata da un delizioso pranzo conviviale al ristorante “Ai patriarchi” nel cui menù han fatto la parte del leone i “Bocuis alla carnica” (cilindretti di crespella ripieni di pancetta stufata e provola affumicata gratinati).
Nel corso del viaggio di ritorno il nostro autista Flavio ha volutamente allungato l’itinerario del rientro per transitare attraverso Grado (detta l’ “Isola del sole”) al fine di farci ammirare i paesaggi lagunari che la contraddistinguono.
Al rientro un applauso di gratitudine per le nostre due guide Sergio e Gilberto e la promessa reciproca di rivederci a primavera, con la rinnovata soddisfazione di aver trascorso una giornata memorabile sia dal punto di vista storico-culturale che gastronomico.

 

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